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Nazareno

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  • Ep. 60 - Sulle rive dello stesso mare (ultimi incontri e Ascensione)
    Una settimana dopo la resurrezione, quando era apparso nuovamente agli apostoli riuniti nel cenacolo per far vedere le sue piaghe a Tommaso, Gesù aveva trovato i suoi amici intenti ai preparativi del viaggio verso Cafarnao dove arrivano dopo cinque giorni di cammino. Riabbracciano le famiglie, i parenti, gli amici. Raccontano ciò che era accaduto e molti credono. Una sera, si trovano insieme Simon Pietro, Tommaso, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Simon Pietro dice: “Io vado a pescare”. Gli rispondono: “Veniamo anche noi con te”. Allora salgono sulla barca; ma quella notte non prendono nulla. Quando già è l’alba, Gesù li aspetta sulla riva, ma i discepoli non si accorgono che è lui. “Non avete nulla da mangiare?”: chiede. Gli rispondono: “No”. Non avevano pescato nulla per tutta la notte. “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. La gettano e non riescono più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù ama dice a Pietro: “È il Signore!”. Appena scesi a terra, vedono un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. C’è un buon profumo. Hanno tutti molta fame. Gesù dice a Simon Pietro: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?”. Gli risponde: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli dice: “Pasci i miei agnelli”. Glielo chiede per la seconda e per la terza volta. Pietro rimane addolorato che gli chiedesse ancora e risponde: “Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gesù replica: “Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi”. Gli aveva così predetto la prigionia e la morte che avrebbe patito per essere fedele al Maestro. E, detto questo, aggiunge: “Seguimi”. Prima di andarsene, il Nazareno li invita per l’ultima volta a tornare a Gerusalemme e aggiunge: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Tornano lì, come aveva chiesto loro. Erano ormai trascorsi quaranta giorni dalla sua resurrezione. Si ritrovano insieme nella casa di Dan, il Nazareno entra all’improvviso e si siede con loro. Dice ai commensali: “Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra”. Quando sono sul monte degli Ulivi, Gesù si ferma. Guarda negli occhi e abbraccia ciascuno di loro. Poi sorride e alzò lo sguardo verso il cielo. Mentre lo guardano, viene elevato in alto e una nube lo sottrae ai loro occhi.
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    11:06
  • Ep. 59 - Il Risorto nel Cenacolo (Emmaus e le prime apparizioni)
    Pietro e Giovanni fanno ritorno a casa, per portare subito la notizia e confermare il racconto di Maria di Magdala e delle altre. Ma gli altri apostoli ancora non credono. In quello stesso giorno di domenica 9 aprile due discepoli sono in cammino per un villaggio di nome Emmaus e conversano tra loro su tutto quello che è accaduto. Mentre discutono insieme, Gesù in persona si avvicina e cammina con loro. Ma i loro occhi sono impediti a riconoscerlo. Cominciano a dialogare, Gesù spiega loro la Scrittura, ma non lo riconoscono ancora. Quando sono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fa come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistono: “Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto”. Gesù accetta l’invito. Egli entra per rimanere con loro. Quando è a tavola, prende il pane, recita la benedizione, lo spezza. Per la prima volta i suoi polsi escono dalla tunica ed essi vedono i fori dei chiodi. Allora si aprono loro gli occhi e lo riconoscono. Ma egli sparisce dalla loro vista. I due partono senza indugio e fanno ritorno a Gerusalemme, dove trovano riuniti gli undici e gli altri che erano con loro. È quasi notte e mentre ancora stavano raccontando agli apostoli di quell’incontro che avevano fatto, accade qualcosa di straordinario. Mentre essi parlano di queste cose, Gesù in persona arriva in mezzo a loro e dice: “Pace a voi!”. Sconvolti e pieni di paura, credono di vedere un fantasma. Ma egli dice loro: “Perché siete turbati? Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa”. Dicendo questo, mostra loro le mani e i piedi. Si avvicinano per toccarlo e per abbracciarlo. Gesù mangia con loro poi dice loro: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”. Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era lì in quel momento, al racconto degli apostoli risponde con scetticismo ma 8 giorni dopo Gesù si mostra ancora e gli dice: “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!”. Gli risponde Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”. Gesù gli dice: “Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”.
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    8:24
  • Ep. 58 - L’alba della Domenica (Pasqua di Resurrezione)
    Anche se degli undici apostoli rimasti, soltanto Giovanni era stato presente sul Golgota e aveva partecipato alla sepoltura, tutti gli altri avevano saputo quasi in tempo reale ciò che era accaduto al loro Maestro. Nelle ore successive alla sua morte, alcuni si erano rifugiati nel Getsemani. Altri erano rimasti a casa di Dan, dove il giovedì avevano cenato per l’ultima volta con Gesù. Nella stessa abitazione stavano anche Maria sua madre e Maria di Magdala. Si ritrovano tutti insieme nel luogo dell’ultima cena. Una profonda angoscia serpeggia tra gli apostoli. Gesù era morto da un giorno e mancava loro già moltissimo. Ci sono soltanto due persone, in quella casa, che alle parole preferivano il silenzio. Pietro e Maria. L’apostolo, uomo soltanto in apparenza dalla scorza dura, non si dà pace per aver lasciato solo Gesù sul Golgota. Gli pareva di averlo rinnegato ancora una volta. Si sentiva indegno, il più indegno di tutti. Il silenzio di Maria era diverso. La madre del Nazareno, più che essere confortata, confortava. Nelle prime ore del giorno dopo il sabato, Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprano oli aromatici per andare a ungere il corpo di Gesù. Dicono tra loro: “Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?”. Maria di Magdala giunge per prima alla tomba e si accorge che la pietra era stata fatta rotolare via. Non c’erano le guardie del tempo a sorvegliarla. Sono scappate dopo aver visto la pietra muoversi come spinta dal di dentro della tomba. Maria di Magdala rimane sbigottita da quella visione. Si ferma all’esterno, vicino al sepolcro, e piange. Mentre piangeva, si china verso il sepolcro e vede due giovani vestiti di bianco, due angeli, seduti dove era stato posto il corpo di Gesù. Le dicono: “Donna, perché piangi?”. Risponde loro: “Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto”. Detto questo, si volta indietro e vede un uomo, che sta in piedi e la guarda. Non lo riconosce e gira di nuovo il volto verso il sepolcro. Le dice Gesù: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?”. Lei, pensando che fosse il custode del giardino, replica: “Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo”. Gesù le dice: “Maria!”. Lei si volta e gli dice in ebraico: “Rabbunì!” – che significa: “Maestro!”. Gesù le risponde: “Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: ‘Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro’”. Il volto della Maddalena è raggiante. Nel frattempo sono arrivate anche le altre donne. Gesù viene loro incontro e dice: “Salute a voi!”. Ed esse si avvicinano, gli abbracciano i piedi e lo adorano. Allora Gesù dice loro: “Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno”. Lasciano il giardino correndo. Una felicità incontenibile muove i loro passi mentre tornano al cenacolo. Bussano con forza, gridando di gioia. Gli apostoli sono già tutti in piedi. Entrano di corsa ripetendo: “Il Signore è risorto, è vivo... lo abbiamo visto!”. Pietro si avvicina a Maria di Magdala. “Che cosa stai dicendo? Chi hai visto?”. “Gesù, il Maestro, il Signore” ripete la donna. E aggiunge: “La tomba era vuota... e lui mi ha parlato! Era lui! Era lui!”. Le altre confermano il racconto. Pietro s’infila in fretta i calzari, mentre Giovanni già lo attende sull’uscio. “Andiamo a vedere!”. Entra nel frattempo Maria, la madre di Gesù e tutti rimangono in silenzio. Sorride. Lei già sapeva. Lei lo aveva già visto. Pietro e Giovanni corrono come forsennati per le vie di Gerusalemme. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corre più veloce di Pietro e giunge per primo al sepolcro. Si china, vede le fasce distese, ma non entra. Giunge intanto anche Simon Pietro, entra anche Giovanni, vede e crede. Nulla di quella scena fa pensare che qualcuno abbia trafugato il corpo.
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    9:08
  • Ep. 57 - Golgota (Eloì, Eloì, lemà sabactàni)
    I soldati caricano sulle sue spalle di Gesù il “patibulum”, il braccio orizzontale della croce. Dei tre condannati, lui è quello che fa più fatica a sostenere la pesante trave, a motivo delle torture che gli erano state appena inflitte. La lenta processione lascia la fortezza Antonia per dirigersi al luogo dell’esecuzione, subito fuori le mura della città. Maria guarda in lontananza quella scena crudele. Le strade della città sono piene fino all’inverosimile. Gesù è stremato, disidratato. Più volte cade a terra, vinto dal peso del patibolo. Costringono allora a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna. Ad una curva della strada,viene loro incontro una donna minuta. Portava in una mano un grosso bicchiere di terracotta colmo di vino aromatico e nell’altra un quadrato di stoffa bianca della dimensione di un velo. Gesù non vuole bere, ma afferra il velo e si asciuga il volto lasciando la stoffa macchiata di sangue con l’impronta della sua faccia. Giungono dunque al luogo del Golgota, che significa “Luogo del cranio”. Lì sono già infissi gli “stipes” cioè i robusti pali verticali delle tre croci. I soldati spogliano Gesù della tunica, lo stendono a terra con le braccia sul patibolo. Estraggono da una sacca dei chiodi pesanti e lunghissimi. Mentre si accaniscono su di lui, Gesù ripete: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Dopo averlo inchiodato sul patibolo, issano Gesù sull’albero verticale della croce. Dopo di lui sono crocifissi Disma, alla sua destra, e Gesta, alla sua sinistra. Quest’ultimo prende a insultare Gesù: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!”. Ma dall’altra parte, Disma, l’altro ladrone lo rimprovera e dice: “Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male”. E aggiunge: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Gli risponde: “In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso”. Stanno presso la croce sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Cleopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, dice alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi dice al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quell’ora Giovanni accoglie Maria con sé. Alle tre del pomeriggio, Gesù grida a gran voce: “Eloì, Eloì, lemà sabactàni?”, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: “Ecco, chiama Elia!”. Poi, dando un forte grido, muore. Il suo cuore si spacca. Il capo cade reclinato sul lato sinistro. Nel frattempo, Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, chiede a Pilato il corpo di Gesù. Il governatore glielo concede. Giuseppe prese il corpo di Gesù. Arriva anche Nicodemo e porta circa trenta chili di una mistura di mirra e di aloe. Avvolgono il corpo di Gesù con teli, insieme ad aromi. Accanto al luogo dove era stato crocifisso, c’è un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. È una tomba nobile. Depongono il corpo sulla lastra di roccia.
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    11:54
  • Ep. 56 - “Sei tu il re dei giudei?” (Barabba, la flagellazione)
    Il corteo scortato dalle guardie del tempio ha appena lasciato il palazzo del tetrarca per far ritorno da Pilato. “Sei tu il re dei Giudei?”: gli chiede. Gesù risponde: “Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?”. Pilato aggiunge: “Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?”. “Il mio regno non è di questo mondo – dice Gesù -; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei”. “Dunque tu sei re?” e Gesù: “Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità”. Anche Pilato, come Erode, non trova nel Nazareno motivi per una condanna capitale poi si ricorda della tradizione di liberare un prigioniero durante quei giorni di festa. “Volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?”. La piccola folla che assisteva alla scena grida: “Non costui, ma Barabba!”, che era uno zelota omicida, lui viene preferito a Gesù. Il Nazareno viene fatto flagellare, Pilato spera che questo basti ai sacerdoti. Nel frattempo Pietro, Giovanni, Maria la madre di Gesù e Maria di Magdala, seguono la scena a distanza. Maria spera di poter incrociare lo sguardo del figlio. A Gesù tolgono la veste e legano i suoi polsi a un ceppo di marmo. I suoi aguzzini lo percuotono con violenza e lui comincia a morire sotto quei colpi. Come se tutto questo non bastasse, i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela pongono sul capo e gli mettono addosso un mantello di porpora. Lo riportano dunque da Pilato. Il governatore, vedendo in quali condizioni versava, rimprovera il centurione, voleva che il Nazareno fosse punito, non che fosse portato alle soglie della morte. Pilato fa condurre fuori Gesù, la folla gli chiede di crocifiggerlo. Il governatore romano decide allora di decretare la morte del Nazareno, ma compie prima un gesto simbolico, per cercare di sgravarsi la coscienza: prende dell’acqua e si lava le mani.
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    11:24

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Sobre Nazareno

Dall’Annunciazione nella tenda color sabbia, alla nascita di Gesù, dalla sua predicazione in Galilea insieme ai discepoli, pescatori di anime, fino alla Croce. Questo è il podcast “Nazareno”. A cura di Benedetta Capelli, Fabio Colagrande, Amedeo Lomonaco. Realizzazione tecnica di Adriano Vitali. - Podcast - Radio Vaticana - Vatican News
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